ANTONELLO VENDITTI

Antonello Venditti nasce a Roma l’8 Marzo 1949 in una famiglia della medio-alta borghesia: il padre Vincenzino Italo, è un Prefetto, la madre, Wanda Sicardi, è insegnante liceale di latino e greco.

Antonello viene avviato allo studio del pianoforte già dalle elementari e mentre frequenta il liceo classico, scrive le sue prime tre canzoni: “Sora Rosa”, "Lontana è Milano" e “Roma Capoccia” in dialetto romano.
Proprio durante gli anni del liceo, il "Giulio Cesare”, incontra altri futuri personaggi famosi come il suo grande amico, attore e regista cinematografico,nonché discreto batterista, Carlo Verdone.

Passa in questo periodo molto del suo tempo in un locale trasteverino, il “Folkstudio” di via Garibaldi, dapprima come semplice spettatore, poi proponendo un proprio repertorio, tra cui le canzoni di punta in dialetto romano: “Roma Capoccia” e “Sora Rosa”.

Al Folkstudio incontra Francesco De Gregori, Giorgio Lo Cascio ed Ernesto Bassignano, con i quali muove i primi passi nel mondo della musica, formando un quartetto che venne chiamato "I Giovani del Folk".

Con De Gregori pubblica nel 1971 il disco “Theorius Campus”, che già contiene i segnali delle rispettive luminose carriere.

Venditti, più estroverso e popolare, conquista immediatamente le classifiche con "Roma capoccia", la canzone che inaugura la sua personale e a tutt’oggi ininterrotta celebrazione della "romanità" ("Campo de’ fiori", "Roma", "Grazie Roma", "Ho fatto un sogno", “C’è”, per citare solo le più esplicite).

Questa attitudine a vestire i panni del "compagno di strada" lo rende inviso a parte della critica, che lo taccia di populismo. Il pubblico, al contrario, non manca di premiare dischi come “Lilly”, “Sotto il segno dei Pesci”, “Buona Domenica” e “Cuore”.
Gli anni ’70, sono anni “caldi” per l’Italia dal punto di vista politico e questo periodo si ripercuote anche nella musica. Antonello vive artisticamente gli anni '70 con grande fermento e partecipazione, pubblicando quasi un album l'anno e diventando uno dei maggiori capisaldi della musica italiana d'autore.

Bisogna riconoscere ad Antonello Venditti un grande merito: quello di essere stato il primo cantautore italiano a parlare con la musica di politica ("Compagno di scuola"), di droga e di sesso ("Lilly"), in un periodo particolare com'è stato quello degli anni '70. Argomenti, questi, che hanno portato anche a scomode conseguenze per lui. Ricordiamo, infatti, la denuncia per vilipendio alla religione di stato nel gennaio 1974 per la canzone "A Cristo", eseguita in pubblico al Teatro dei Satiri di Roma e per la quale Venditti fu processato.

Sull'onda di successi come “Roma Capoccia” e “Sora Rosa”, due anni dopo, incide il suo primo disco da solista, a Milano: "L'Orso bruno" (1973), realizzato con la collaborazione di Vince Tempera che suona anche il pianoforte in "Dove".

E' un disco che denota l'attenzione del cantante verso il sociale e gli permette la prima notorietà nel "circuito impegnato". C'è poi il passaggio dalla It di Micocci alla Rca, punto di partenza naturale per i cantautori più innovativi di quel periodo.

Nel 1974 segue "Quando verrà Natale" ricco di splendide composizioni : "Campo de' fiori", "Ora che sono pioggia", "Marta", "A Cristo".

Di quest'anno è anche la manifestazione d'amore per la squadra giallorossa "Roma roma roma, non si discute si ama": è la prima volta che la canzone d'autore tratta questo tema.

Temi molto seri, invece, con Lilly (1975) che contiene una canzone sulla droga che è un atto d'accusa nei confronti dell'ipocrisia benpensante e un brano , "Lo stambecco ferito" (nove minuti di canzone più una coda strumentale) che è sicuramente uno dei brani maggiormente letterari di Antonello Venditti e uno dei capisaldi della sua produzione.

In "Ullallà" 1976 , canta invece la disperazione provocata dalla fuga di diossina ("Canzone per Seveso") , gas altamente tossico, che si verifica nel '76 all'Icmesa di Seveso. Il disco contiene anche un brano, "Jodi e la scimmietta", che è un'interessantissima lettura della generazione del '68.

Con "Ullalla" chiude il rapporto con la Rca e rimane in silenzio per due anni.
Scrive, in questo periodo, una colonna sonora con Lucio Dalla per il film "Signore e signori buonanotte" (1976), musicando l'episodio girato da Nanni Loy.

Il ritorno in scena lo riporta subito in vetta alle classifiche con un disco "Sotto il segno dei pesci" ('78) che contiene canzoni molto note come "Sara", "Giulia" e "Bomba o non bomba".
Il disco successivo "Buona domenica” (1979) riflette un delicato periodo sentimentale: si separa dalla moglie Simona Izzo e di conseguenza dal figlio Francesco Saverio nato nel 1976.

A quel periodo risalgono canzoni amare come "Donna in bottiglia", "Stai con me" e "Modena", uno dei suoi capolavori, che racconta la disillusione politica di quel periodo.

Il 1979 è anche l'anno in cui Antonello Venditti compone le musiche per uno sceneggiato televisivo.

Il disco si intitola "Addavenì (quer giorno e quella sera)" e le canzoni sono interpretate da Ninetto Davoli e Adriana Asti, tranne una, "Scusa devo andare via", che viene proposta in una differente versione rispetto a quella già presente in "Buona domenica".

Questo è il periodo della fama: grazie al concerto al Circo Massimo, con il quale Antonello Venditti festeggia il secondo scudetto della Roma e al quale parteciparono 250.000 persone, aumenta sensibilmente la sua notorietà.
Per l'occasione Venditti scrive "Grazie Roma" ancora oggi canzone di chiusura di ogni partita della squadra allo stadio Olimpico, una delle sue canzoni più note al grande pubblico.
È un Venditti intimistico quello di “Cuore” (1984) con "Ci vorrebbe un amico" e "Notte prima degli esami". Nel 1985 esce un doppio live, registrato in parte al Circo Massimo (Venditti organizza una seconda adunata per seguire la finale di Coppa Campioni, Roma-Liverpool, in cui la Roma risulterà però sconfitta), con un inedito, "Centocittà", che porta lo stesso nome dell'album.

Ancora temi personali in "Venditti e segreti” (1986) con "Giulio Cesare" e "C'è un cuore che batte".

In quell'anno compone anche la colonna sonora per il film "Troppo Forte" (1986) di Carlo Verdone.



Arrivano poi "In questo mondo di ladri" (1988) e "Benvenuti in paradiso" (1991), dischi da un milione di copie vendute, con "Ricordati di me", "Alta marea (cover di Don't dream it's over dei Crowded house) e "Amici mai".

Negli anni Novanta Venditti prende le vesti del cantante pop.

Organizza grandi concerti come quello testimoniato da "Da Sansiro a Samarcanda" ("Samarcanda" è il titolo del programma di Michele Santoro al quale Venditti partecipa con grande passione) .

Un nuovo album inedito arriva nel 1995: "Prendilo tu questo frutto amaro", con "Eroi minori" e "Tutti all'inferno", canzoni che raccontano la recente Tangentopoli e le tragiche stragi di mafia di tre anni prima. Due anni dopo decide di realizzare un disco diverso, sperimentale: “Antonello nel paese delle meraviglie” in cui riprende i suoi più grandi successi facendoli eseguire agli oltre centotrenta elementi dell’Orchestra sinfonica bulgara con la supervisione del maestro Renato Serio, ai quali affianca la nuova "Ho fatto un sogno (e l’ho chiamato Roma)", inno composto insieme ad Ennio Morricone.
Nel 1999 arriva un nuovo album di studio, "Goodbye Novecento", un saluto al secolo che volge al termine e che lo vede tornare ad esibirsi dal vivo in tour, mentre nel 2000 e nel 2001 escono rispettivamente la raccolta “Se l’amore è amore” e l'album live "Circo Massimo 2001", successivo al terzo scudetto della Roma, registrato al Circo Massimo di fronte a una folla sterminata.

Nel 2003 esce l'atteso album di inediti "Che fantastica storia è la vita" un disco che vede il compimento della svolta rock iniziata con “Goodbye Novecento”, seguito l’anno successivo da “Campus live”, album dal vivo che contiene, tra l'altro, il brano inedito “Addio mia bella Addio”, registrato in studio e a cui fa seguito un tour che dura oltre un anno.

Nel novembre 2006 esce la sua antologia più completa, un cofanetto di 3 CD intitolato “Diamanti”, che rimane nella classifica dei dischi più venduti per quasi un anno vendendo oltre 250.000 copie.

Il 16 novembre 2007 esce il suo nuovo lavoro “Dalla pelle al cuore” (presentato per la prima volta in tv nella trasmissione di Fabio Fazio Che tempo che fa) contenente nove canzoni inedite e anticipato in radio il 12 ottobre 2007 dal singolo omonimo che riporta Antonello Venditti al vertice delle classifiche di vendita.

Il 31 dicembre 2007 si esibisce a Rimini per festeggiare insieme a migliaia di persone l'arrivo del 2008.

Subito dopo la mezzanotte, su domanda di Carlo Conti (presentatore della serata), annuncia l'uscita di un nuovo singolo, intitolato “Indimenticabile”. Quella notte canta una canzone attinente al periodo natalizio e presente nell'album “Dalla pelle al cuore”, intitolata “Regali di Natale”.

Il 20 gennaio 2008 viene premiato con il Telegatto all'Auditorium Conciliazione di Roma.

L' 8 marzo 2008 è partito il suo nuovo tour “Dalla pelle al cuore”.

 
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