SUBSONICA: L'INTERVISTA

Algido. Cupo. Tragico. Non c’è niente per cui ridere nel nuovo album dei Subsonica, in uscita venerdì prossimo. Ma soprattutto L’eclissi, questo il titolo del cd, è un disco in cui non si accetta la resa in questi tempi vacui in cui mancano ideali forti, esempi da seguire, possibilità di progettare un futuro migliore.

La resa è così da intendere come la mancanza di reazione soprattutto da parte dei giovani: le prime vittime di questa epoca in cui, come spiega Max Casacci, chitarrista dei Subsonica, “la svalutazione degli ideali, la sempre più frequente assenza di comunicazione e la perdita del concetto di tempo tra i giovani crea persino una spersonalizzazione del presente, con sempre più persone incapaci di aver fiducia nel domani”.

Nelle nuove dodici tracce dell’album, questo è un concetto onnipresente: espresso e raccontato attraverso varie e diverse prospettive. Dalla violenza sui minori trattata in Canenero. Alla deflagrante violenza della guerra di cui si parla in Ali scure. Sino all’omaggio in Piombo a Roberto Saviano, l’autore di “Gomorra”, il best seller di denuncia contro la ‘ndragheta per cui lo scrittore napoletano sta scontando la caccia da parte dei mafiosi citati tra le pagine del suo libro. Algido. Cupo. Tragico. Il nuovo album dei Subsonica suona proprio così. Ecco la nostra intervista.

Come mai questo titolo, L’eclissi, dai toni così apocalittici? In riferimento, si deduce, ai contenuti e alle critiche della canzoni verso la società di questi anni...
“Già, si è trattato di una scelta voluta – continua Casacci. – Il titolo dell’album pensiamo sia una buona metafora per tracciare bene l’idea dell’epoca che viviamo, in cui manca una chiara percezione del futuro. Ma non si deve pensare che questo sia un concept album (ossia un disco con canzoni pressoché legate da argomenti comuni, ndr). C’è sicuramente una dimensione narrativa che accomuna tutti i brani, anche se non si tratta di canzoni di denuncia: ma piuttosto di pezzi in cui noi esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per ciò che vediamo e di cui ci accorgiamo tutti i giorni”.

Questi concetti sembrano espressi in particolare nel singolo La glaciazione…
“Sì, quella è una delle canzoni più forti del disco. Ma ce ne sono altre che meritano attenzione. Anche la ghost track finale, che abbiamo immaginato come un raggio di luce dopo il buio dell’eclissi. Perché, in fondo, pensiamo ci possa essere una via d’uscita da questa epoca, da questo evo appunto molto simile a una glaciazione”.

Anche la musica contribuisce a ricreare toni cupi in sintonia con la vostra preoccupazione…
“Sicuramente. Abbiamo registrato tutto a Torino, in Casasonica. Questa volta ognuno di noi per qualche anno ha ascoltato quello che più gli andava. Per l’elettronica abbiamo ripreso il discorso lasciato in sospeso da Amorematico. Abbiamo beneficiato molto anche dell’aria creativa che si respira a Torino, che è una città viva da diversi anni. Sbaglia chi dice che sono state solo le Olimpiadi a riportare il bello a Torino”.

Quanto ai testi?
“Ci hanno ispirato molto i nuovi scrittori italiani, come Giuseppe Genna o Carlo Lucarelli. Crediamo che siano loro, in questo momento, la punta più creativa dell’Italia. Negli anni Novanta la musica sapeva osare di più, basti pensare a Afterhours, Almamegretta, Marlene Kuntz. Oggi, qualcosa è cambiato: c’è più omologazione, più voglia di fare il botto subito e con il primo album a discapito della qualità della musica”.

Come mai avete dedicato un brano anche a Roberto Saviano?
“Ci è molto piaciuto “Gomorra”. Ai tempi, prima ancora che venisse minacciato, c’era l’idea di scrivere anche un brano insieme, ma poi non si è fatto nulla. In fondo, ci siamo detti, perché noi torinesi dovremmo mettere il naso nella realtà di Napoli? Allora ci è venuta incontro Meg, che dopo l’esperienza con i 99 Posse, da tempo vive a Torino. E’ stata lei ad aiutarci con il testo di Piombo”.

Come sarà il vostro imminente tour?
“Abbiamo realizzato un palco in cui tutti e cinque siamo sullo stesso piano. Non volevamo ricordare le iconografie dei concerti rock”.

(20 novembre 2007)

 
 
 
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