PANE, BURRO E MEDICINE
Anticipato dal singolo “Shock” (in radio da tre settimane, nonché uno dei brani più trasmessi), il 26 maggio uscirà “Pane burro e medicine” (Carosello Records), il nuovo album di Omar Pedrini composto da nove canzoni inedite caratterizzate da sonorità elettro – rock.
Che si tratti del disco della rinascita artistica lo dimostra anche la coincidenza quasi perfetta con il compleanno del cantante bresciano, che il 28 maggio compirà 39 anni.
"Non ho saputo resistere al richiamo del sacro fuoco della musica" - racconta Omar - "Ho accettato la proposta della Carosello, perché quando ero sotto contratto con una major pativo il fatto di essere considerato il più piccolo fra i giganti; invece per questo disco posso contare su tutte le energie umane e artistiche di una fra le etichette discografiche indipendenti più prestigiose d’Italia".
L’album “Pane burro e medicine” è la seconda opera “post Timoria” di Pedrini dopo l’esordio da solista nel 2004 con “Vidomàr” (in realtà è il terzo disco registrato senza i Timoria, calcolando l’esperimento musical-letterario “Beatnik” del 1996) e inevitabilmente è intriso delle emozioni che Omar ha vissuto in questi ultimi due anni.
"Parafrasando Fellini, io riesco a essere autobiografico anche quando parlo di una sogliola. In “Pane burro e medicine” canto la mia esistenza con l’entusiasmo di un uomo che ricomincia a vivere, seppure dovendo prendere medicine per colazione. Tempo fa Bevilacqua ha scritto che ero un giovane vecchio: oggi io mi sento un arzillo vecchietto».
“Pane burro e medicine” è un disco ricco di dediche da parte di Omar e di riferimenti legati alla sua vista artistica e privata.
Una canzone (“Dimenticare Palermo”) è dedicata alla storia d’amore fra Bertrand Cantat (cantante dei Noir Désir) e l’attrice Anne Marie Trintignant (figlia di Jean Louis Trintignant), che lui ha ucciso, pare, in un raptus di gelosia. "Mi ha sconvolto sapere che un amore così grande ha avuto un epilogo cosi tragico» - afferma Omar - "ho conosciuto personalmente Bertrand e il ricordo che ho di lui non collima con l’immagine del mostro rilanciata dai media: certamente non può essere assolto per il suo delitto, ma credo che sia stata una tragedia della gelosia e della pazzia... non della cattiveria. In questa canzone, per una volta ho provato a immedesimarmi nel carnefice e non nella vittima".
(20 maggio 2006)
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