SIMONE CRISTICCHI: L’INTERVISTA

Il volontariato può cambiare la vita. Non solo a chi riceve del bene, ma anche a chi lo fa. Esemplare il caso di Simone Cristicchi, che nelle sue varie esperienze di volontariato si è accostato più volte al mondo dei problemi mentali, del disagio, della follia. Ne è uscito molto più ricco interiormente e ispirato.

Non solo per Ti regalerò una rosa, la canzone con cui ha appena vinto Sanremo, ma anche per un dvd, Dall’altra parte del cancello, e per un libro, Centro di Igiene mentale, che racconta di viaggi negli ex manicomi e ha ispirato anche il suo nuovo spettacolo, a metà tra teatro e concerto, che sta portando in giro in questi giorni per l’Italia.

Di cosa tratta il tuo nuovo spettacolo?
“Parla della situazione di emarginazione dei matti che ho incontrato nel corso di un viaggio negli ex manicomi fatto tra Roma e Genova. Si tratta dell’evoluzione di uno spettacolo che in realtà portai per la prima volta in tour due anni fa, partendo da Milano, intermezzando le canzoni con lunghi monologhi. Questa volta, al posto dei monologhi, leggerò lettere scritte dai pazienti e a volte mai arrivate a destinazione: stralci di vita crudi, toccanti. La musica ha ovviamente una parte preponderante ma anche la recitazione: infatti porto in scena alcuni personaggi modellati sull’esempio di persone che ho davvero conosciuto nei manicomi”.

Prima della musica, ti dedicavi al fumetto...
“Già, ed ero anche molto bravo. Disegnavo strisce comiche. Un giorno, mi feci coraggio e chiamai anche Jacovitti (famoso fumettista italiano, ndr). Mi consigliò di mettercela tutta e di trovare un mio stile. Un anno dopo, mi chiamò anche una famosa casa editrice per propormi un lavoro, ma a quel punto avevo già scoperto la musica”.

Come accadde?
“Durante un’estate in cui ero rimasto solo, trovai in soffitta una vecchia chitarra e cominciai a strimpellarla. Poi, piano piano cominciai anche a scrivere canzoni. Misi in piedi un mio gruppo, una cover band dei Nirvana e mi ritrovai con addosso la voglia di tentare la strada del musicista”.

Quali sono i tuoi idoli?
“Mi piacciono molto Rino Gaetano, i Beatles, Jeff Buckely, i Nirvana, De Gregori, De André, la musica brasiliana”.

Vorresti ancora diventare, come dici in una tua canzone, come Biagio Antonacci?
“No, ora sono contento di essere Simone Cristicchi. Ma Biagio mi aiutato molto invitandomi qualche anno fa sul palco di un suo concerto a Roma, dopo aver ascoltato la mia canzone. Per me, che ero abituato a esibirmi, davanti a cento persone, fu un battesimo del fuoco”.

(07 maggio 2007)

 
 
 
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