I COSI: L’INTERVISTA

Il loro stile è un tuffo negli anni Sessanta. Non solo per la musica, ma anche per il look. Se ne sono accorti anche gli spettatori di Festivalbar 2.0, che hanno potuto conoscere dal vivo Marco, Stefano e Antonio - ossia I Cosi, nuova band del panorama rock cantautorale italiano – dal vivo. Le loro sono canzoni lievi, appassionate, melodiche, che ricordano tutto ciò che faceva tendenza in Italia e all’estero negli anni ’60. Da Adriano Celentano ai Beatles, da Gino Paoli all’Equipe 84. Eppure dietro tanta nostalgia, c’è anche un gran gusto che incontra quello dei giovani. Tanto che, prima di essere messi sotto contratto da Warner, con il quale hanno da poco pubblicato il loro primo cd, hanno raccolto più di ventimila contatti sul sito myspace.com, più vari sold out nei locali in cui si sono esibiti in questi ultimi mesi. Festivalbar li ha intervistati per voi.

Vi aspettavate così tanto successo?

“Dire ora di sì, sarebbe quasi presuntuoso. Eppure, sapevamo che prima o poi sarebbe successo: nessuno di noi faceva il musicista solo per passione. Avevamo sino a poco tempo fa anche un doppio lavoro, Antonio faceva l’assicuratore mentre Stefano il carrozziere. Ma per tutti lo scopo principale della nostra attività era poter arrivare a vivere di musica”.

Come vi siete conosciuti e come avete cominciato?
“Il primo di noi che ha cominciato a suonare è stato Antonio, nove anni fa, con una formazione diversa rispetto a quella composta da noi oggi. Con I Cosi, che allora si chiamavano Kubhla Kan, suonava pure Marco Castellani, bassista delle Vibrazioni. Facevamo parte dello stesso giro, frequentavamo gli stessi locali. Poi, dopo tre anni di sosta, in cui Marco ha suonato anche Morgan, dopo che aveva lasciato i Bluvertigo, ci siamo ritrovati. La nostra amicizia durava dai tempi dell’università, in Statale, a Milano. Ora, eccoci qui, addirittura con un disco fresco di stampa”.

E con Warner, com’è andata?
“Si sono interessati a noi dopo il successo che abbiamo raccolto a Milano, ma anche in tutta Italia grazie a concerti e a internet. Ci hanno contatti e ci hanno proposto un contratto”.

E il vostro nome, da dove è uscito?
“E’ stata un’idea di Morgan. Cercavamo qualcosa che fosse in sintonia con la nostra musica, poi lui ha tirato fuori questo nome, sullo stile delle Sagome, la sua band. Ci è piaciuto e speriamo ci porti pure fortuna”.

(10 ottobre 2007)

 
 
 
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