“Sii paziente con te stesso”: Moby e la meditazione

festivalbar July 20, 2018
“Sii paziente con te stesso”: Moby e la meditazione

Perché meditare? È questo l’inizio di una riflessione interessante che Moby ha riportato sul proprio profilo Instagram.
L’artista, da sempre impegnato nella difesa dell’ambiente e dei diritti degli animali, ama anche condividere il suo pensiero in materia di yoga e meditazione, al punto che, due anni fa, rese disponibile sul proprio sito un intero album (“Long Ambients1: Calm. Sleep.”, ora reperibile su Spotify) destinato a chiunque praticasse discipline olistiche o, semplicemente, fosse in cerca di un momento di pace e relax.

Tornando all’interrogativo di partenza, per Moby la risposta è duplice.

1 – semplicemente per calmarsi e prendersi una pausa dalla folle moltitudine di stimoli esterni (e interni)
2 – per riconoscere che i miei pensieri e i miei sentimenti sono mutevoli, ossia: non fissi. In altre parole: spesso quello che penso e come mi sento sono il risultato di retaggi antichi e processi neurologici che mettono in primo piano la paura e la rabbia irrazionale. Ma solo perché mi sento così in un determinato momento, non significa che io mi debba sempre sentire in quel modo, specialmente se paura, rabbia e stress sono il risultato di una percezione errata o di un fraintendimento.
Inoltre: se mediti, la pratica della meditazione dovrebbe essere al tuo servizio, non tu al servizio della pratica.
E, quando possibile, sii paziente con te stesso. Non c’è alcun bisogno di essere dominati dai pensieri irrazionali che hanno radici nella paura.

The old question: why meditate? For me the answer is twofold. 1-to simply calm down and take a break from lunatic levels of external (and internal)stimuli. 2-to recognize that my thoughts and feelings are mutable, meaning: not fixed. Meaning: oftentimes what I’m thinking and how I’m feeling are the result of ancient hereditary and neurological processes that prioritize fear and irrational anger. But just because I feel a certain way right now doesn’t mean I have to feel that way, especially if my fear and anger and distress are the result of misperception and misunderstanding. Also: if you meditate, the meditation practice should serve you, not you serving the practice. And, when possible, be patient with yourself. There’s no need to be tyrannized by irrational, fear-based, thoughts.

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