Liam Gallagher: la recensione di “Why Me? Why Not.”

festivalbar September 20, 2019
Liam Gallagher: la recensione di “Why Me? Why Not.”

Liam Gallagher porta a casa un altro bel punteggio con la sua seconda prova da solista.
È uscito oggi infatti, venerdì 20 settembre, “Why Me? Why Not.”, in cui l’ex Oasis affina il proprio stile partendo, ancora una volta, dalle radici del brit pop.
Siamo di fronte a un Liam più maturo, decisamente più calmo rispetto agli anni Novanta, che fa i conti con il passato e, inevitabilmente, con il fratello Noel.

Lo avevamo anticipato a proposito del singolo “One Of Us”, in cui si rivolge a lui citando anche il loro grande successo “Live Forever” (“Dicevi che saremmo vissuti per sempre. Chi pensi di prendere in giro?”).
Ora, ascoltando il disco, si avverte con ancora più forza questa nostalgia. Anche perché Liam ha continuato a perfezionare lo stile che fece grande la band di “(What’s the Story) Morning Glory?”, a differenza di Noel che, invece, ne ha preso totalmente le distanze in tutti i suoi lavori da solista, sperimentando sia sul fronte del cantato che su quello delle sonorità.

In “Why Me? Why Not.” non mancano, come anche nel precedente “As you were” del 2017, le influenze beatlesiane. A partire dal titolo, ispirato a un quadro dipinto da John Lennon che Yoko Ono in persona regalò a Liam.
Tra ballate e brani più rock’n’roll, il disco scivola via in un attimo e alla fine del quattordicesimo – nonché ultimo – pezzo si ha voglia di farlo ripartire subito da capo.
Ed è questo, alla fine, ciò che conta davvero nel tracciare il confine tra un buon disco e uno meno riuscito.

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